Siamo oggi tutti abituati ad usare le nuove tecnologie ed ad ascoltare nuovi termini che fino a qualche anno fa non rappresentavano per noi nulla. Parliamo di GSM, di GPS, Google e Facebook come se nulla fosse, ma ignoriamo chi ha ideato ciò che oggi è parte integrante di ogni momento della nostra giornata. Ed allora facciamo qualche nome, ma non i più noti come Bill Gates (Microsoft) Mark Zuckerberg (Facebook) Steve Jobs (Apple) o Larry Page e Sergey Brin (Google) nomi conosciuti che hanno avuto buone intuizioni, uno spiccato fiuto per gli affari e molta fortuna, ma i nomi dei veri padri della tecnologia moderna, quelli che in un modo o nell’altro restando anche nell’ombra, hanno inventato ideato o scoperto le soluzioni e le tecnologie che fanno ormai girare il mondo.
Qualcuno può pensare che stia esagerando, ma voglio ricordarvi cosa accadde il 28 settembre 2003, un evento che in un’epoca ancor meno vincolata al mondo dell’informatica ha congelato l’intero paese, per un black-out durato meno di un giorno riportò il centro ed il sud italia in una situazione anomala. Poche ore senza TV, senza radio e senza telefono hanno allarmato milioni di cittadini, ricordo le parole scambiate con il vicino (che magari in altre occasioni salutiamo frettolosamente) per cercare di capire cosa fosse successo.
Proviamo ad immaginare cosa accadrebbe oggi se restassimo 24 ore senza corrente, perciò senza connessione, senza telefono, senza TV e così via.
E’ ormai chiaro, l’informatica, l’elettronica e le telecomunicazioni ci hanno dato tante comodità ma ci hanno anche reso schiavi, e non è esagerato dire che il mondo oggi pulsa anche e soprattutto grazie a loro.
Sicuramente non sono la persona più adatta a ricordare tutti i geni e gli inventori dell’ultimo secolo, ma voglio provare a ricordarne qualcuno sperando di ricevere qualche consiglio tramite i commenti che spero verranno lasciati al termine della vostra lettura.
Alan Turing. Probabilmente il nome di questo matematico inglese, fino a qualche anno fa non era così famoso, almeno fino a quando ne 2014 sul grande schermo non è arrivato il film “The Imitation Game” che lo ha ricordato. Eppure a questa persona noi dobbiamo molto, forse anche la nostra stessa esistenza, perché durante la seconda guerra mondiale proprio grazie alla sua intuizione ed alla sua scoperta gli alleati sono riusciti a decriptare i messaggi dei Nazisti che venivano scritti con la famosa macchina “Enigma” sconfiggendo così la Germania dopo la terribile e sanguinosa guerra che noi tutti conosciamo.
Fu la mente di questo matematico a dare in pasto un “algoritmo” ad una macchina, cominciando così a gettare le basi dell’intelligenza artificiale. Si può considerare la macchina di Turing il genitore dei moderni computer, una macchina che riusciva a manipolare secondo determinate regole i dati che le venivano forniti.
Da questa idea, dopo la seconda guerra mondiale, in molte occasioni i computer hanno collaborato con l’uomo nella realizzazione di missioni difficilmente gestibili dalla sola abilità umana, basti pensare alla conquista dello spazio che ci ha portato nel 1969 ad assistere allo sbarco sulla luna.
I computer erano macchine che inizialmente avevano una potenza di calcolo ed una velocità limitata abbinate a dimensioni davvero mastodontiche. Ed oggi fa davvero sorridere vedere un computer che entra in un palmo di mano e che ha una potenza di calcolo, una velocità, ed una capacità di immagazzinare dati, migliaia di volte superiore a quella dei primi computer utilizzati anche in ambito militare.
Ai tempi della seconda guerra mondiale quando Turing impegnò il suo genio, la sua fantasia e la sua creatività, in molti non credevano ancora possibile che una macchina potesse eseguire delle istruzioni impartite dall’uomo. Con il tempo abbiamo però imparato che le macchine non solo riescono ad eseguire le istruzioni che noi gli impartiamo, ma lo fanno in maniera molto veloce ed affidabile, al punto che oggi il nostro stile di vita, ma oserei dire in molti casi anche la nostra stessa vita, dipende dal loro operato e dalla loro affidabilità.
Nel corso degli anni si sono susseguite tante scoperte tecnologiche, non potendo menzionarle tutte, soffermiamoci su quelle legate maggiormente alla tecnologia informatico-elettronica, e magari scopriamo che il talento italiano ha lasciato anche un’importante impronta nell’evoluzione tecnologica.
Negli anni ’60 in Italia, l’elettronica e l’informatica erano materie che sfornavano ogni giorno diverse menti, pensiamo alla Olivetti che è stata una tra le più importanti industrie del mondo nel settore dei calcolatori. In quest’epoca un giovane perito industriale laureato in fisica, cominciò a progettare dei sistemi digitali programmabili, dei veri e propri computer, funzionanti a transistor, il componente che aveva sostituito la vecchia “valvola” riducendo di molto le dimensioni di tanti apparati.
Si chiama Federico Faggin, oggi ha 77 anni risiede in america ed ancora una figura attiva ed importante nel settore della tecnologia.
Nel 1967 Faggin si occupò della progettazione di circuiti digitali alla ditta Fairchild Semiconductor, realizzando una nuova tecnologia che ha consentito la realizzazione dei primi circuiti integrati a basso costo. Qualche anno dopo Faggin fu chiamato a dirigere il progetto che ha portato alla realizzazione del primo microprocessore il 4004.
Questo era un processore a 4 bit, ma subito dopo Faggin si occupo dello sviluppo di altri processori, come l’8008 il primo processore ad 8 bit e l’8080, entrambi sono i progenitori del più noto microprocessore 8086, punto di partenza dell’evoluzione che ci ha portato ai moderni processori oggi a 64 bit.
Dopo pochi anni, ha fondato la ditta Zylog dove ha progettato l’ormai storico ma anche attuale Z80, uno dei microprocessori più conosciuti al mondo, largamente utilizzato in svariate applicazioni nel settore homing ed in quello industriale, anche presente nelle prime consolle per videogiochi, come nello ZX Spectrum e nel Commodore 128.
Sullo Z80 si sono anche formati tutti gli elettronici ed informatici, visto che era presente nei vari libri di testo per Scuole superiori ed Università.
Successivamente ha fondato la ditta Synaptics, cominciando già negli anni ’80 ad interessarsi di intelligenza artificiale, e sempre nello stesso periodo ad inventare i primi Touchpad e Touchscreen ormai presenti in ogni dispositivo e computer.
Pensare che dietro ad una tecnologia così complessa, che ha portato a racchiudere un computer che nel 1950 era grande come una stanza, in un piccolo componente di pochi centimetri, ci sia un italiano, dovrebbe renderci tutti orgogliosi. In un moderno microprocessore I7 ci sono fino a 2000 miliardi di transistor di dimensioni nanometriche, si avete capito bene 2000 miliardi di componenti racchiusi in pochi centimetri, e questo grazie anche all’inventiva ed al lavoro di un nostro connazionale.
Grazie alla miniaturizzazione dell’elettronica, si è così passati da computer costosi, che si potevano trovare solo in enti di ricerca o università, a macchine di dimensione ridotta e più economiche, che hanno pian piano invaso il mercato. Con questa solida base hardware, l’informatica ha cominciato a prendere piede ed è iniziata così la sua crescita esponenziale.
Molti giovani hanno così cominciato a sfruttare le opportunità che l’informatica offriva, come una vera e propria corsa all’oro e al tempo, molti giovani talenti cominciarono a fare soldi scrivendo programmi per i vari settori, ed i più furbi sono riusciti davvero a trovare l’oro con la loro attività. In questi anni il noto Bill Gates, riusciva a creare le basi per la sua ricchezza, ma non dobbiamo confondere l’evoluzione tecnologica ed informatica con l’evoluzione patrimoniale di uno o più personaggi. Sono cose ben diverse e non sempre coincidono, anzi in questo caso oserei dire che l’una ha frenato l’altra. Non si può considerare il monopolio commerciale imposto dalla Microsoft (con i suoi prodotti validi e meno validi) come un’evoluzione tecnologica. Quando si realizza un prodotto con il solo scopo di controllare il mercato, non ci può essere una reale crescita tecnologica. Cosa sarebbe avvenuto se i padri delle tante scoperte della fisica non le avessero rese note ma le avessero usate solo per il proprio tornaconto? Questo è quello che purtroppo è avvenuto grazie alla Microsoft, fino ad un paio di anni fa era praticamente impensabile acquistare un notebook senza avere già Windows preinstallato, è un po’ come se nell’andare a comperare un armadio per la nostra camera, troveremmo solo armadi già pieni di vestiti che siamo obbligati ad acquistare.
Ed è in questa giungla di squali che nel 1980 un informatico, impegnato in un progetto sull’intelligenza artificiale al MIT di Boston, alzò la testa e cominciò ad opporsi a questo mercato che rendeva la tecnologia proprietaria.
Richard Stallmann provò a mettere le mani su una stampante Xerox per risolvere dei bug software che creavano problemi durante la stampa, ma la Xerox non rendeva disponibili i file sorgenti della macchina, forniva solo il file eseguibile precompilato. Tradotto per chi non è del settore il programma sorgente è quello scritto in un linguaggio di programmazione comprensibile all’uomo, e pertanto può essere modificato, mentre invece i file binario compilato, è lo stesso programma tradotto in codice macchina, comprensibile soltanto dal microprocessore, pertanto non modificabile.
La Xerox voleva proteggere il suo operato, non avendo il file sorgente della sua macchina, nessuno poteva modificarlo e nemmeno copiarlo. Se per certi versi questa forma di Copyright può apparire giusta, per altri è innegabile che è un freno all’evoluzione tecnologica. E la miglioria che Stallmann voleva apportare alla stampante era una miglioria che lui voleva apportare su una macchina che era stata pagata ed acquistata dall’ente dove lavorava.
Questa vicenda fece arrabbiare notevolmente Richard Stallmann, che poco dopo basandosi su un concetto di “Copyleft” (e non di Copyright) mise in piedi la “Free Software Fondation” per sviluppare il progetto GNU.
Il progetto GNU prevedeva la nascita di un sistema operativo libero (il sistema operativo è il programma che consente a tutti noi di utilizzare un personal computer, ad esempio Windows 10 o Ubuntu sono dei sistemi operativi).
Il concetto di Copyleft, che stava alla base della nascita di questo sistema operativo libero, prevedeva 4 regole anzi 4 libertà fondamentali che sono le seguenti:
- libertà 0 libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo
- libertà 1 libertà di modificare il programma per le sue esigenze
- libertà 2 libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo
- libertà 3 libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti.
La distribuzione delle copie in ogni caso prevede anche la fornitura dei codici sorgenti.
Stallmann ha scritto diversi saggi ed articoli, è ancora attivo oggi nel mondo dell’informatica e del software libero.
La spinta data da Stallmann con il progetto GNU, ha risvegliato nel mondo intero la coscienza di molti programmatori, ed innescato in loro la voglia di partecipare a questo ambizioso progetto. Ed è così che nel 1991 un ventiduenne finlandese Linus Torvalds propose alla comunità informatica il suo progetto di un kernel (cioè il cuore di un sistema operativo) e lo fece con una lettera che iniziava umilmente con una frase del tipo, “sto sviluppando un sistema operativo gratuito non sarà sicuramente professionale…..”.
In men che non si dica il kernel sviluppato da Linus Torvalds si trovo dentro al sistema operativo creato da Stallmann con il progetto GNU, dando luogo così alla nascita di GNU/LINUX.
Oggi LINUX conta tante distribuzioni (versioni) molte di loro nate proprio per la diffusione dei sorgenti che hanno consentito alla comunità mondiale dei programmatori, di modificare e migliorare tanti aspetti facendolo diventare oggi il sistema operativo più stabile ed affidabile esistente.
Per questo motivo i server ed i computer delle aziende più importanti al mondo utilizzano Linux. Nel 2007 la borsa di New York è passata a Linux, il CERN di Ginevra usa Linux, Google usa Linux, e tante altre aziende importanti usano questo sistema operativo, per il semplice motivo che è aperto e per questo controllabile.
Anche lo stesso Android sui nostri telefonini è basato su Linux, e pian piano anche il mondo dei PC sta cambiando, cominciamo a trovare notebook freedos (cioè senza sistema operativo) o con Linux preinstallato.
Nel mondo Linux non esistono virus, nel mondo di Linux il kernel è scollegato dalla grafica, pertanto a parità di sistema operativo abbiamo un’enorme scelta di interfacce grafiche che consentono magari a vecchi computer di tornare ad essere veloci e reattivi, e soprattutto riutilizzabili.
Pian piano il mondo dell’informatica, addormentato dalle aziende che hanno pensato sempre e solo al profitto, sta cambiando e con esso spero anche le nostre abitudini, che da utenti ignari ipnotizzati dalla distensiva schermata di Windows, ci porteranno ad essere utenti consapevoli che sapranno scegliere un computer ed un software per le sue caratteristiche e peculiarità.
Basandosi sul principio di software libero, sono stati avviati negli ultimi anni molti progetti che stanno riscuotendo importanti successi e soprattutto stanno dando la possibilità a chiunque anche ai più giovani, di entrare nel mondo dell’elettronica e dell’informatica, per questo voglio ricordare due importanti progetti, che sicuramente approfondirò con altri articoli o tutorial.
Raspberry (www.raspberry.org) un computer a basso costo (32 euro) di ridotte dimensioni con sistema operativo basato su Linux.
Arduino (www.arduino.cc) una scheda a microcontrollore ideata nel 2008 da Massimo Banzi, David Cuartielles, David Mellis, Tom Igoe e Gianluca Martino (notare anche in questo caso la presenza di due italiani).
Questi due progetti stanno oggi spopolando nella rete e nella didattica delle Scuole, grazie a loro sono state concretizzate tantissime idee, e pian piano grazie al loro basso costo e ridotte dimensioni, stanno entrando anche nel mondo dell’industria.
Sperando di aver risvegliato qualche curiosità consiglio a tutti una lettura più approfondita sulla storia dei 4 personaggi sopra menzionati, e soprattutto spero che qualcuno avrà voglia di approfondire la conoscenza di una qualsiasi delle versioni di Linux provando ad installarla in un vecchio o nuovo PC. Per questo sono disponibile ad offrire il mio aiuto e qualche consiglio.
Grazie.